Conti di Barcellona

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Il titolo di conte sovrano di Barcellona, ora estinto, per buona parte della sua storia è stato associato a quello di re di Aragona, ma in precedenza si riferiva al conte con sovranità sulla città e sulle campagne circostanti. Si trattava di una creazione carolingia. Dopo che Carlo Magno aveva conquistato una striscia di Iberia a nord del fiume Ebro, questa fu inevitabilmente divisa in contee, con un conte (solitamente detentore di diverse contee) che veniva nominato margravio della Marca di Spagna.

Questi margravi erano spesso i conti di Barcellona, che ottennero quindi una certa supremazia de facto sugli altri conti, in virtù del loro possesso di diverse contee della regione. I conti, come tutti i vassalli dell’Impero Carolingio, tentarono di stabilire delle proprie dinastie ereditarie sulle province loro assegnate, e in questo i conti di Barcellona ebbero molto successo; al punto che, all’inizio del secondo millennio, essi riconoscevano la sovranità della Navarra e, nel 1258, con il Trattato di Corbeil, il re di Francia cedette la sua autorità feudale al re di Aragona. Barcellona lasciò così il Regno di Francia, completando il processo di decentralizzazione, localizzazione e subinfeudazione che non era riuscito a separare altre grandi province, eccetto forse le Fiandre.

Per maggiori informazioni clicca sul link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Conti_di_Barcellona

Porto Olimpico

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Negli anni 90 tutta Barcellona ha impiegato notevoli risorse per accogliere le Olimpiadi, celebrate nel 1992, operando un vero e proprio restyling di molte zone tra le quali Port Olimpic; zona che è stata a dir poco una tra le maggiori beneficiarie delle opere di costruzione, ricostruzione e abbellimento che hanno per certi aspetti trasformato la città. Terminata la schiera di ristoranti, all’altezza del muso della balena, si accede ad un ambiente dall’aspetto veramente rilassante; una vasta piscina monumentale, le cui acque scendono a cascata proprio da dove si accede, al centro della quale, una pedana in legno sembra quasi galleggiare; ai lati della piscina un vialetto alberato conduce in fondo, dove si trova un immancabile grande ristorante italiano i cui tavoli sono posizionati su un’altra pedana, sempre sulla piscina. Prima di arrivarci, una prima scala mobile porta giù ad un immenso garage, mentre una seconda scala appena più avanti conduce proprio sotto la balena. E’ impressionante notare come le dimensioni di questo curiosissimo monumento si siano moltiplicate migliaia di volte da quando lo si osservava da Barcelloneta. Un grande mantello ritagliato a forma di pesce fatto, sembra, di un reticolo di fascioni di bronzo e posato su un’imponente struttura di grandi sbarre metalliche bianche, che variamente agganciate tra loro, vanno a formare uno scheletro pesciforme; questo e quello che si vede alzando lo sguardo mentre si è all’ombra del metallico animale. E accanto a questa solidissima impalcatura, un viale, su cui si affacciano negozi e luoghi di ristoro, conduce al Gran Casinò di Barcellona. Appena dietro, troneggia uno dei due imponenti grattacieli di cui già accennato, che, a quanto pare, ospita un lussuosissimo hotel a 5 stelle. Ed effettivamente lo scenario che si ammira di fronte all’entrata dell’hotel, che si trova in una lussuosa galleria che attraversa la base della torre, conferisce una sensazione di ricchezza. La galleria è infatti aperta sul lato esterno per un ampio tratto centrale, dal fondo del quale una parete a mattonelle rosse scende a gradoni fino al livello del pavimento. Su ciascuno di questi gradoni decine di grandi vasi ospitano giovani e rigogliose palme. Ma la nota più suggestiva è l’acqua, che, a cascata abbondante, scende regolare da ciascuna delle travi che, disposte in una fila parallela, collegano il più alto dei gradoni al grattacielo, e che cade in una piscina che delimita, con grandi globi in granito, il bordo esterno della galleria per un lungo tratto.

Gaudì, genio o pazzo?

Gaudí_(1878)
«Un genio o un pazzo?» fu la domanda del preside della Scuola di Architettura nel momento di assegnare il titolo accademico al giovane Gaudí nel 1878. Per realizzare il suo sogno di fare una nuova architettura, Gaudí dovette predisporre la tecnologia, il metodo e la squadra. E un socio investitore che la rendesse materialmente possibile, che trovò nell’amico, industriale, politico e colto mecenate, il conte Eusebi Güell. Tra di loro si stabilì un sodalizio fondato sulla reciproca amicizia e influenza. Innovazione e progetto furono per loro non solo una sfida artistica, ma un impegno civile, nazionale, sociale.
L’architettura di Gaudí, da un punto di vista strutturale, è basata sulle superfici rigate (paraboloidi, iperboloidi, paraboloidi iperbolici, conoidi, ellissoidi, elicoidi) che alla fine del XIX secolo nessuno aveva ancora utilizzato. Le forme basate sulle superfici rigate consentivano il risparmio di materiale, la rapidità costruttiva e una maggior stabilità meccanica. Gli spazi ottenuti erano più ampi e luminosi. Tra le sue audaci invenzioni, vi furono le colonne inclinate e quelle a doppio giro, l’uso funzionale e decorativo dei geminati e delle forme poliedriche, l’applicazione delle proporzioni pitagoriche. La decorazione degli edifici, abbondante e colorata, aveva sempre un significato simbolico, ma era subordinata alla struttura.
Gaudí concepì processi costruttivi inediti come il sistema di ponteggi riutilizzabili (Colonia Güell), l’abolizione dei muri maestri (Casa Milà), la costruzione dell’edificio incominciando dalla sua facciata (Sagrada Família). Secondo Jaume Serralonga, architetto collaboratore nella Sagrada Família, ciò che spinse Gaudí a inventare nuove soluzioni fu la ricerca di sintesi tra forma e funzione, per ottimizzare la meccanica delle strutture. Altre innovazioni furono i tetti utilizzati come terrazze e l’uso delle travi in cemento armato. Gaudí ricorse sempre a materiali reperibili nella sua regione. Svolgeva le sue ricerche nel laboratorio messogli a disposizione dal conte Güell nella colonia a Santa Coloma, insieme a un team multidisciplinare, totalmente votato all’innovazione. Per ogni opera, formava una squadra specifica, promuovendo l’integrazione tra artigiani maestri e apprendisti, e la collaborazione con specialisti di discipline lontane dalla sua. Il fondamento pragmatico del suo metodo di lavoro presupponeva il rifiuto assoluto dell’improvvisazione.
Gaudí si propose di raggiungere un ideale di bellezza che intendeva come splendore della verità, vincolata a Dio. Dedicò la sua vita allo studio e al lavoro, coltivando l’amore per la natura e il rispetto delle tradizioni popolari. In ogni sua opera vi sono riferimenti alla scala umana e a quella della natura, intesa come creato di Dio: la chiesa della Colonia Güell è in mezzo a un bosco e le colonne hanno forme arboree che rimandano alla corteccia degli alberi. Definì l’altezza della Sagrada Família in modo che si avvicinasse, ma senza superarla, alla collina di Montjuïc, la più alta di Barcellona. Lavorò per integrare tradizione e innovazione, tra preoccupazione sociale e anelito a Dio: la sua architettura doveva essere al servizio delle persone, funzionale ma ricca di vita, colore e movimento, ispirata dalla natura. «Per fare un’opera c’è bisogno prima di amore, e dopo di tecnica», non importa che fosse l’immenso tempio della Sagrada Família o l’oggetto più piccolo e umile, come la scatola di legno per accogliere il passaggio della corda di una battola per evitarne la rottura, che progettò con una particolare deformazione perché il campanaro era mancino.
Genio o pazzo, la storia ha risolto la questione: Gaudí era un genio, perché fu un uomo che ebbe un’idea audace e seppe portarla a termine. In qualche momento si spaventò perfino lui, arrivando a chiedersi se ciò che proponeva non fosse una follia. Sapeva che il suo proposito di diventare uno scienziato dell’arte doveva avere una logica schiacciante: «Non improvviso, calcolo ogni cosa, sono un geometra». Ma sapeva anche che da solo non avrebbe potuto farcela: fu il primo a incorporare nel suo team ingegneri, chimici, ottici, fisici, astronomi, vetrai, falegnami, ebanisti, fabbri, ceramisti, teologi, filosofi, scrittori, musicisti, politici, imprenditori, vescovi. Fu un precursore del R&D (Research & Development) perché sperimentava prima di innovare: dovette inventarsi un metodo di calcolo e una tecnica per dare forma e struttura alle superfici rigate, perché le macchine e i metodi esistenti non servivano. Gaudí fu innovatore anche come organizzatore di tutta l’impresa costruttiva. I documenti ritrovati rivelano la sua straordinaria capacità nel gestire i processi di lavoro e le risorse umane, dagli stock dei materiali alle norme per la sicurezza, l’igiene e la salute dei lavoratori. Ha ridefinito il ruolo dell’architetto come creatore che prende in mano le redini di tutte le risorse, al servizio di un obiettivo chiaro e definito, in continua interazione con i collaboratori, senza spazio per l’improvvisazione. Fu il precursore del coworking anche nell’affrontare ogni difficoltà con la totale convinzione del valore del capitale umano a disposizione: non aveva discepoli ma collaboratori, le persone per lui erano un valore in sé.

Al di là del fenomeno del turismo di massa che ogni anno porta milioni di visitatori a Barcellona, possiamo incominciare a comprendere perché Gaudí sia l’architetto con più opere dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità se, insieme al suo metodo di lavoro, sappiamo comprendere il suo ideale: «L’arte è bellezza, la bellezza è lo splendore della verità, senza verità non c’è arte, e questa seduce il mondo».

Barcellona, perché visitarla?

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Barcellona è visitata da milioni di persone ogni anno. Perché andarci?

Sicuramente per il suo clima mite e per la vicinanza con il mare. per la sua architettura magnifica, ma anche per la movida notturna e perché oggi è ancora più conveniente. Grazie ai sempre più numerosi voli low cost, Barcellona è diventata una meta ideale.

Dall’aeroporto Barcellona-El Prat si arriva nel centro della città con un comodo Aerobus, oppure in treno o con un bus urbano.

In soli due o tre giorni è possibile visitare la città. Il centro di Barcellona è l’immensa Plaza de Catalunya, dalla quale partono le Ramblas che conducono al porto, e il Passeig de Gracia, il viale moderno pieno di negozi alla moda e arricchito da alcuni tra e più originali edifici opere di Gaudì, come la Pedrera e Casa Batllò.

I quartieri storici sono un’altra importante attrazione. Da Plaza de Catalunya si entra direttamente nel Barrio Gotico, il centro storico della città fatto di vie strettissime e palazzi antichi. Da non perdere Plaza Real, con tutti i suoi tapas bar, e la Cattedrale.

Allontanandosi dal centro, è d’obbligo una visita alla Sagrada Familia, simbolo di Barcellona, la splendida opera incompiuta di Gaudì. L’architetto catalano è autore anche del bellissimo Parco Guell, destinazione ideale per rilassarsi all’aria aperta tra arte e natura.

La giornata si conclude inevitabilmente a Barceloneta, centro della vita notturna, che offre tantissimi locali pieni zeppi di giovani fino a notte inoltrata. Molti turisti amano Barcellona proprio per la movida notturna.

Madrid o Barcellona?

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Da sempre, nello scegliere tra queste due città per fare una vacanza, si sono aperti molteplici dibattiti su quale delle due fosse la migliore dal punto di vista culturale, della vita notturna, per la famiglia,ecc.

Quale città scegliere tra Madrid o Barcellona? Tutte e due sono tra le migliori città spagnole da visitare e sono attraenti in modi diversi.

Barcellona offre la possibilità di assaggiare sia la famosa cucina catalana che deliziosi piatti internazionali, spesso a prezzi convenienti.

Inoltre La Boquería è sicuramente uno dei più famosi mercati di Spagna e in Europa!

Madrid, essendo la capitale, offre molto dal punto di vista culinario. La città è piena di ogni tipo di bar e ristoranti, della cucina internazionale ai più tradizionali bar di tapas spagnoli. A Madrid inoltre c’è una grande varietà di mercati gastronomici da visitare.

Se ami uscire la sera…

Madrid è conosciuta in Spagna come “la ciudad que nunca duerme” (la città che non dorme mai).  La vita notturna è particolarmente attiva intorno alla piazza di Puerta del Sol.  Ogni notte a Madrid puoi andare a teatro, a vedere un musical o un concerto, oppure ad una festa o altro tipo di evento. Generalmente eventi e serate non cominciano prima delle 23. Inoltre  è normale entrare in un ristorante per cenare alle 23.
Madrid è probabilmente la città in Spagna che offre più spazio agli artisti, per esempio sulla famosa Gran Vía. Puoi anche andare a vedere uno dei migliori spettacoli di flamenco nei tablaos (locali specificamente pensati per questi spettacoli).

Naturalmente anche Barcellona offre molto dal punto di vista culturale e altro. Dopotutto è la seconda città più grande di Spagna.

La sua vita notturna mediterranea attrae molti turisti. Il Port Olímpic sulla spiaggia, per esempio, è un luogo molto vivace di notte, pieno di bar e ristoranti.

Barcellona offre alcuni dei miglior festival cittadini in Europa durante l’estate e grandi feste in strada di notte. Le tradizioni di queste feste offrono un’esperienza indimenticabile sia per gli abitanti che per i turisti e anche i bambini.

Caldo o non troppo caldo?

Alcuni preferiscono il bel tempo e temperature miti, con il sole splendente ogni giorno. Altri preferiscono non soffrire troppo il caldo, specialmente quando visitano una città.

Generalmente durante l’estate a Barcellona fa abbastanza caldo, ma le favolose spiagge della città rendono la calura più mite, in quanto ventilata. Durante la maggior parte dell’anno a Barcellona c’è il sole e il cielo è blu.

Durante l’estate a Madrid, invece, il caldo può essere molto soffocante. Il clima di Madrid è perfetto in primavera o in autunno, mentre, per la sua posizione geografica nell’entroterra spagnolo, le temperature tendono ad essere estreme sia in estate che in inverno.

Per chi ama l’arte e i musei…

Se ti piacciono i musei pieni di prestigiose opere classiche, Madrid è sicuramente la città che fa per te. La capitale è famosa per il suo così chiamato Triángulo del Arte, che rappresenta la più densa concentrazione di dipinti in tutta Europa!

Tre musei formano il triangolo: museo del Prado, museo Reina Sofía e il Museo Thyssen-Bornemisza. Il famoso Museo del Prado di Madrid riceve più di 2 milioni di visitatori ogni anno ed è uno dei più importanti e più visitati musei del mondo, con dipinti dal XV al VIV secolo.

 Anche a Barcellona ci sono dei buoni musei. Tra questi ci sono alcune delle migliori case di Gaudí, come per esempio Casa Batlló, spettacolare da visitare al suo interno.

Il Museo di Picasso è un altro esempio molto conosciuto, insieme al CCCB, che celebra la cultura urbana attraverso esibizioni tematiche, dibattiti internazionali e festival del cinema.

Sicuramente, dopo queste informazioni, avrete voglia di visitare entrambe le città!!!